Il brand del Salotto del mondo

Chi ama veramente il Salotto del mondo appare oggi disorientato, spesso intimorito, arrabbiato, dubbioso. L’isola di Capri, infatti, è nel tempo divenuta una vera e propria icona non solo come località turistica di fama mondiale grazie alle bellezze naturali, storiche e meta di v.i.p. di ogni genere e provenienza. Ma fin qui nessun problema, è sin dai tempi della dolce vita che l’isola vive in crescendo questa sua notorietà, giunta ad essere sempre più esclusiva.
Ciò che oggi spaventa è il mercato, il commercio, la materia, il denaro.
La potenza di quest’ultimo riesce a rivoluzionare e falsare quasi tutto, a rendere il bello dove non c’è, e il brutto dove c’è il bello. Il mercato è arrivato a farsi alimentare quasi esclusivamente dal marketing spinto fino all’estremo. Non basta avere un’idea, bisogna saperla valorizzare e venderla, questo il concetto di base.
Ecco, valore e vendita sono possibili anche grazie alla potenza di un’immagine, di un nome, di un simbolo, e purtroppo a volte solo grazie a quello, svuotato di ogni qualità: Capri è l’esempio più eclatante.
Non siamo qui a giudicare la qualità, ma intendiamo solo esprimere quanto quest’isola rende come “nome”. Questa sorta di “rendita” è diventata così estrema, è stata spinta sotto ogni punto di vista e per ogni sorta di prodotto o servizio: basta il nome e la provenienza, un buon pacchetto promozionale, un’accattivante estetica e il gioco è fatto, a prezzo naturalmente elevato.
Il concetto allargato del nome fa del Salotto del mondo un vero e proprio “brand”, cioè un marchio generale plurisegnico identificativo. E così oggi tutto fa brand, da un piatto culinario ad un vestito, da un oggetto ad un locale, da un libro, una foto, un video, una rivista fino ad un pensiero, da un tour turistico, ad un soggiorno, non c’è limite. Tutto può diventare commercio sotto il nome di “Capri”. L’isola rende bene.
La via tracciata è questa, ma ben venga se di questo nome non se ne abusa; ben venga se di questo nome non si fa violenza e mero sfruttamento da svuotarne l’essenza; ben venga se di questo nome non si porta il giusto rispetto tale da contribuire, allo stesso tempo, a donare quel valore in più al Salotto del mondo; ben venga se di questo nome non se ne fa una sola fonte di guadagno senza migliorarsi; ben venga se di questo nome non se ne conosce poi l’origine, la cultura, la tradizione, la storia.
Chi usa malamente, o meglio, chi sfrutta questo “nome” così conosciuto nel mondo per il solo fine di arricchirsi senza rendere il giusto ritorno anche all’isola stessa in termini qualità e di crescita, e la soddisfazione di aver contribuito a migliorarne la sua immagine sotto tutti i punti di vista, non è degno neanche di pronunciare la parola “Capri”.
Non c’è posto nel Salotto del mondo per arrivisti e sfruttatori o finti amatori. Non c’è posto per furbi, accattoni e opportunisti. Chi lavora per e con questo nome, così magico e potente, ha un grosso privilegio ma anche un’enorme responsabilità: quella di concedere a Capri il medesimo valore di quello che ne trae. Non esiste il solo avere. Quanto a chi ha l’onore di amministrarla, ha il dovere di difenderla da ogni sopruso in nome del solo Dio denaro senza dignitoso e onorabile ritorno di immagine, per Capri e per i capresi.
L’isola è diventata un brand facile, ed è per questo che merita tutela e cautela se vuol restare una delle meraviglie turistiche del mondo, amata e rispettata.

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