Grotta della Minerva
In questo dipinto monumentale, lo sguardo è rivolto da una grotta buia verso il mare in tempesta. In primo piano, si ergono gli scogli neri che sembrano dare al dipinto una cornice naturale, mentre al centro, la spuma biancastra delle onde riempie quasi come un vortice l’entrata della grotta animata dal volo dei gabbiani che si lasciano trascinare dalla tempesta e dalle onde. In questo scenario si intravede un gruppo di diafane, divinità marine, che si tengono per mano formando un girotondo. Questi esseri fantastici, attraverso i loro colori chiari, si confondono nella spuma delle onde, tramutandosi in esseri magici senza corpo tanto da immergere tutta la scena naturale in un mondo irreale.
La grotta raffigurata in questo dipinto è stata a lungo ritenuta la Grotta Bianca di Capri ma, in realtà, si tratta di una grotta del carso triestino, che conferma il soggiorno dell’artista a Trieste. Sullo sfondo si scorgono la rupe della Dama Bianca ed un edificio su una roccia a picco sul mare, da identificare probabilmente con il Castello di Duino.
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