Portare Capri nel mondo: la storia di Paolino e del suo “Lemon Tree”

Nello storico ristorante si respira ancora aria di famiglia e di tradizione

Sono molti gli elementi di attrattività del nostro Paese nei confronti dell’estero: dallo splendido patrimonio culturale alla bellezza paesaggistica, passando, indubbiamente, per i prelibati piatti della tradizione che si possono trovare sulle tavole di ogni regione. Spesso, questi elementi diventano delle vere e proprie icone dell’Italia al di fuori dei confini nazionali.

E’ stato così anche per il Ristorante da Paolino, che con il suo caratteristico “Paolino’s Lemon Tree”, l’albero di limoni diventato un simbolo di Capri per i turisti, è riuscito a rappresentare l’isola, la sua ospitalità, il suo splendido mare e la sua cucina, in tutto il mondo. Oggi sono Lino, Michela e Arianna, rispettivamente il figlio e le nipoti del fondatore, a portare avanti non una semplice attività ristorativa, ma un vero e proprio punto di riferimento per turisti e abitanti di Capri. E’ proprio quest’ultima generazione che abbiamo deciso di ascoltare in quest’intervista.

Il ristorante Da Paolino è ormai un’istituzione per Capri; vi andrebbe di ripercorrere con noi la sua storia, fin dalle sue origini?

 

“Il ristorante è nato in maniera molto spontanea. Nostro nonno, oltre ad essere agricoltore e pescatore, gestiva dei campi da bocce, con annesso giardino, assieme a nostro padre, Vittorino. I capresi venivano qui e si fermavano, per un panino o per un bicchiere di vino, e nostra nonna cucinava qualcosa per loro. E’ già in quel periodo che cominciarono a frequentare l’attività i primi turisti dell’isola, tra cui anche famosi scrittori e pittori, ad esempio Graham Greene, il quale veniva spesso qui e a cui piaceva intrattenersi e fare due chiacchiere con il nonno. Così, piano piano, si è sparsa la voce e sempre più persone venivano attratte dall’ospitalità e dalla buona cucina dei nonni. E’ nell’76 che è nato il ristorante a tutti gli effetti; partito come una semplice trattoria, molto piccola, con solo una decina di tavoli, gradualmente l’attività è riuscita a crescere. Il lavoro aumentava sempre più e così il fratello di mio padre prese la decisione di trasferirsi da Ischia, dove lavorava assieme a sua sorella al ristorante “dal pescatore”, qui a Capri per darci una mano. Mentre nostro padre è rimasto a lavorare in mare, lui ha continuato l’attività con i genitori; col tempo, noi siamo cresciute e l’abbiamo affiancato. Anche noi da piccole, davamo il nostro apporto, grazie agli insegnamenti di nostra madre, con la pasticceria.”

Col tempo il ristorante è cresciuto, e da semplice trattoria è diventato un punto di riferimento frequentato anche da star internazionali. Quando e come è avvenuta questa evoluzione? E cosa è rimasto del ” limoneto di Paolino” sotto cui tutti volevano andare a mangiare?

 

“Possiamo dire che, in realtà, è rimasto tutto come prima. Ciò che caratterizza il nostro lavoro è lo stesso spirito di accoglienza e il clima familiare che si respira. E, ovviamente, ci sono i limoni: prima avevamo nel nostro giardino anche l’uva, da cui ricavavamo un buonissimo vino fatto in casa; poi ci siamo resi conto che coltivare la vite richiede del tempo, necessita di essere seguita, e così abbiamo preferito piantare altri limoni. E’ proprio il nostro limoneto ad essere diventato un segno di riconoscimento all’estero: basti pensare che, all’inizio, i turisti americani credevano che “lemon tree” fosse la traduzione in inglese di “Paolino”! Per rafforzare la nostra identità, abbiamo anche registrato questi due marchi, sia “da Paolino” che “Lemon Trees”.

Chi c’è oggi dietro le quinte del lavoro del ristorante? E quanto è importante la preparazione e la professionalità dello staff che vi lavora? 

 

“Dietro le quinte c’è sempre la nostra famiglia: siamo qui tutto il giorno, da quando apriamo fino alla chiusura. Cerchiamo di mantenere sempre lo stesso staff: i nostri dipendenti in sala  e cucina sono capresi e la maggior parte di loro lavora con noi da tantissimo tempo, più di vent’anni di collaborazione.

Chiediamo che anche i nuovi assunti aderiscano alla nostra filosofia, e cioè quella di lavorare come una famiglia, tutti insieme, per il bene comune”.

 

Quali vantaggi ha chi sceglie la vostra splendida location per celebrare i propri eventi?

 

“In passato abbiamo realizzato molti eventi; la nostra è una location sicuramente molto ricercata, ma siamo disponibili anche a partecipare ad eventi al di fuori di essa, e la nostra cucina è sempre stata presa come punto di riferimento anche per servizio catering. Ci piace sperimentare nuove collaborazioni e siamo aperti a qualsiasi tipo di evento, purché ovviamente sia coerente con la nostra mission e con i nostri ideali”.

Com’è stata l’esperienza di gestione del ristorante nei momenti più duri dell’epidemia che abbiamo affrontato?

“Come tutti, abbiamo dovuto adeguarci, altrimenti sarebbe stato impossibile andare avanti con il nostro lavoro. In particolare, l’anno scorso abbiamo deciso di affrontare l’emergenza adeguando i nostri menù, rendendoli sempre più appetibili ad una clientela maggiormente italiana che straniera. Insomma non ci siamo tirati indietro, e affronteremo ancora a testa alta tutte le eventuali sfide che ci si porranno davanti”.

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