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La Locanda dei Rossi, tra tradizione e innovazione

Il Ristorante Da Gregorio nasce a Capri nella seconda metà del Novecento, affacciato sull’incantevole Piazzetta della Piccola Marina. Il ristorante, favorito dalla sua posizione strategica a Sud, dalla rilassante terrazza affacciata sul mare, diventa presto un vero e proprio luogo di riferimento, sia gastronomico che culturale: vi si organizzano eventi e presentazioni di libri a cui accorrono tutti gli intellettuali in visita a Capri.

Il segreto di una cucina divina

Secondo la letteratura isolana, il ristorante era conosciuto nel secolo scorso come la “Locanda dei Rossi”. Qual era il motivo? Non, come si potrebbe pensare, le frequentazioni russe del Novecento caprese, bensì una leggenda, sorta in quegli stessi anni, che asseriva che qualora la locanda fosse gestita da un uomo con i capelli rossi vi si sarebbe mangiato divinamente. E così, negli anni, gestori che non avevano avuto quella fortuna di natura, si tingevano i capelli per provare a beffare la sorte, senza riuscirvi. Per nostra fortuna oggi, il gestore del ristorante Gregorio Acampora ha proprio i capelli rossi. La prova? Venite ad assaggiare la sua cucina e non avrete alcun dubbio.

Il “fatto in casa” come cavallo di battaglia

Gregorio gestisce il ristorante dall’anno 2000 e la sua clientela, un mix di locali e forestieri, è davvero affezionata, sia per l’eccellente cucina che per Gregorio stesso, sempre pronto a consigliare e raccontare (almeno) un piatto fuori menù. Cavalli di battaglia dell’azienda sono proprio l’accoglienza familiare e il “fatto in casa”: la pasta è realizzata a mano, dallo scialatiello al raviolo, dal tagliolino classico a quello al nero di seppia, così come i dolci, preparati da Alessandra, moglie di Gregorio.

Valorizzare un luogo che ha già valore, le scelte di Luigi

Un’attività quindi che fa della tradizione gastronomica caprese il suo cuore ma che ha saputo tenere sempre aperta la porta all’innovazione. Ce lo racconta Luigi, figlio di Gregorio, che lavora col papà da sedici anni e ne ha trentadue: ha trascorso al ristorante già metà della sua vita e ne è innamorato, infatti ha aggiunto il suo tocco giovanile. “Il nostro ristorante sorge nell’angolo più bello di Capri” dice Luigi con orgoglio, “ma è importante valorizzare un posto che ha già valore”.
E così il look del ristorante si è trasformato: con una vista sul mare sempre più sgombra, grazie alle luminose vetrate che offrono la stessa Marina Piccola come quadro.

Una piazzetta dove mangiare circondati dalla natura e dall’arte

La scelta di Luigi di investire sul rinnovamento del locale è stata studiata per offrire un’esperienza di benessere di altissimo livello, a trecentosessanta gradi. Da Gregorio si può godere di una eccellente cucina circondati da una duplice bellezza, quella naturale del paesaggio marino su cui si affaccia il ristorante e quella artistica delle esposizioni al suo interno. I dettagli della sala sono stati ricercati per duettare armonicamente con l’esposizione di opere d’arte contemporanea. La collaborazione, iniziata con la Liquid Art System di Franco Senesi si è oggi estesa ad altre tra le più quotate gallerie campane. Insomma, se è vero che si esce a pranzo con l’idea di mangiar bene, e questo Da Gregorio sanno garantirlo da sempre, quel che mangiamo acquisisce un plus ulteriore se siamo immersi in un contesto di arte e bellezza.

Pasta fresca e pescato del giorno, i consigli di Gregorio

Questa fusione tra tradizione e innovazione inizia in cucina di prima mattina: il raviolo caprese ha un’anima tutta sua, profumata di mare: un ripieno leggero di ricotta di bufala e gamberi esaltato da un condimento ai tre pomodorini realizzato con un ingrediente speciale (assaggiatelo e vediamo se riuscite a indovinare quale!). Il primo piatto più amato sono le cortecce alle vongole e fiori di zucca con crema di zucchine. Una rivisitazione unica dello spaghetto a vongole caprese che non assaggerete da nessun’altra parte e che è perfetta per introdurvi nella primavera dell’isola con i suoi sapori. Ancora non perdete il tagliolino al nero di seppia con pistacchi e pomodorini gialli o la calamarata con pomodori secchi, calamari e crumble di pane alle erbe, una goduria.

Per il secondo piatto non ci sono dubbi, chiedete a Gregorio di consigliarvi, vi suggerirà il pesce fresco consegnato all’alba da “Gianfranco Fuori Fase” pescatore di fiducia. Mi assicura Luigi “se la materia prima fresca non arriva, preferiamo dire che un piatto non c’è”. E Luigi stesso vi guiderà nella scelta del vino, per rendere l’esperienza ancora più memorabile: 285 etichette di maggioranza campana con presenze israeliane, cilene, greche e francesi.

Dulcis in fundo…

Quale modo migliore per concludere in bellezza dei dolci di Alessandra? Dalla torta caprese immancabile alla sbriciolata in due varianti, dalla torta di ricotta e limone alla Pastiera che qui troverete tutto l’anno. Il tradizionale Tiramisù si ravviva con il tocco personale della pasticciera: una base di biscotto al cacao sormontata da una golosa crema stile cheesecake, dovete provarla per capire.  Cosa ci beviamo su? Qui dovrete chiedere a Luigi, che prepara sapientemente i digestivi seguendo la ricetta della nonna. Immancabili sono il mirto e il finocchietto, il nocino e la liquirizia, ma Luigi ama sperimentare e seguire le stagioni, così in base al periodo sarà possibile assaggiare un rucolino, o un liquore di Ortiche selvatiche di Agerola. Mi sembra evidente che bisognerà tornare più di una volta per assaggiare tutto!

articolo a cura di Mariapia Ricci

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