Soleterre 4 - That's amore capri

That’s Amore Capri: quando la cultura fa del bene con Soleterre

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta di Fondazione Soleterre, che la rassegna That’s Amore Capri contribuisce a sostenere economicamente, aiutando i piccoli pazienti oncologici e le loro famiglie. Anche questa volta sarà Aldo Velardi, Responsabile Corporate e Grandi Donatori di Soleterre, ad illustrarci il loro lavoro.

Parliamo del progetto Grande contro il cancro. In cosa consiste?

Si tratta di un programma nazionale e internazionale di oncologia pediatrica il cui nome si riferisce alla sfida dei bambini malati di tumore di potersi curare, superando la malattia e diventando appunto grandi, ma sottolinea anche il fatto che chiunque contribuisca a sostenere il progetto compie un grande gesto di solidarietà contro il cancro.

L’obiettivo del programma è migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici, sostenendo le loro famiglie attraverso il supporto psicologico, con un sostegno economico e mettendo a disposizione strutture d’accoglienza gratuite: le Case Soleterre. Inoltre, il programma contribuisce a finanziare i programmi di ricerca scientifica e la riqualificazione degli spazi ospedalieri, sviluppando programmi di formazione sulla prevenzione e diagnosi precoce. Ogni anno, il progetto raggiunge circa 3.000 beneficiari tra minori e loro familiari in Italia e nel mondo”.

Qual è stata la reazione di Soleterre al sopraggiungere della guerra in Ucraina?

Soleterre è attualmente attiva in 8 paesi; tra questi, dal 2003 c’è anche l’Ucraina. Per noi è stato importantissimo cominciare a lavorare lì, in quanto al suo interno l’incidenza tumorale era ed è molto alta, specialmente dopo la catastrofe di Chernobyl. I bambini sono tra i più colpiti. Nel 2022, il conflitto ha aggravato la situazione dei bambini oncologici e delle loro famiglie. Soleterre, in prossimità degli ospedali, gestisce delle case accoglienza che ospitano i genitori costretti ad alloggiare lontano da casa per il tempo di degenza dei figli; con lo scoppio della guerra, questi non sono stati più luoghi sicuri. Abbiamo dunque organizzato a una settimana dai primi attacchi una grande evacuazione: oltre 170 bambini e mamme a bordo di voli medicalmente assistiti hanno raggiunto la Lombardia e da lì gli ospedali di Pavia e Milano, poi anche quelli di Roma, Genova e Firenze.

Come avete riorganizzato le cure?

E’ impossibile pensare di doversi curare in un paese in guerra, sia dal punto di vista psicologico, sia per ragioni oggettive, perché bisogna ripararsi velocemente nei sotterranei durante gli attacchi. Le frequenti interruzioni di corrente elettrica ostacolano inoltre le sedute di chemioterapia… Così abbiamo aperto una casa a Pavia per ospitare 14 nuclei familiari, arrivati dall’Ucraina e in cura al Policlinico San Matteo, cercando di aiutare chi ha avuto il coraggio di lasciare, di punto in bianco, la propria casa e i propri affetti, o forse non ha avuto altra scelta. Quelli che invece hanno deciso di restare, o erano impossibilitati a partire perché troppo gravi, hanno ricevuto medicinali e terapie salva vita a Leopoli. Sono state inviate in totale oltre 6 tonnellate di farmaci. Inoltre, vicino Leopoli lo scorso novembre Soleterre ha aperto una nuova casa accoglienza che ospita stabilmente 70 persone; in questo caso non si tratta solo di pazienti oncologici, ma davanti ad un’emergenza simile non ha senso distinguere. Qui hanno trovato casa bambini che riportano ferite e traumi di guerra, chi è rimasto senza un tetto, profughi provenienti dal Donbass”.

Qual è, concretamente, l’impatto della collaborazione fra That’s Amore Capri e Soleterre?

“Abbiamo identificato per questa collaborazione l’ospedale più a sud col quale collaboriamo, quello di Taranto, a voler sottolineare un rapporto di maggiore prossimità all’isola. Soleterre collabora infatti con l’ospedale SS. Annunziata di Taranto dal 2018, offrendo alle famiglie che ricevono una diagnosi di cancro, e che sono costrette ad intraprendere quella che in gergo definiamo una “migrazione sanitaria”, da città più lontane o da regioni limitrofe (Calabria e Basilicata) un supporto economico. Grazie a ogni singola donazione, possiamo garantire loro la permanenza a Taranto e offrire supporto psicologico dalla comunicazione della diagnosi e per tutto il tempo della cura sia al minore, sia alle persone di riferimento. Le donazioni raccolte in occasione degli appuntamenti della rassegna si traducono in ore di supporto psicologico, come in risorse per garantire l’accoglienza; e in futuro, se la generosità delle persone continuerà ad essere così alta, potremmo avviare progetti nuovi e rispondere ai bisogni, che sono sempre tanti, con un solo obiettivo: migliorare le condizioni di vita di questi bambini e delle loro famiglie. Perché ogni bambino malato di tumore ha diritto a diventare Grande”.

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